È sicuramente uno degli aspetti più interessanti della professione di guida turistica. La possibilità di incontrare ogni giorno gente diversa che proviene da ogni angolo del mondo. Certo si fa presto l’abitudine agli americani, ai giapponesi, agli australiani, ai britannici e a tutti gli altri europei e occidentali in genere. Rimango invece sicuramente sorpreso quando mi si presentano neozelandesi, cinesi, turchi, rumeni, brasiliani o argentini. E accolgo poi con assoluto stupore ospiti provenienti da Panama, Cuba, Messico, Colombia, Islanda, Dubai, Malaysia, India, Hong Kong o Taiwan. Insomma sul mio ideale mappamondo ci sono bandierine su quasi tutti i paesi e continenti del mondo. Già, quasi. Ma alla fine dell’estate passata, la lacuna è stata colmata.
Era una calda mattina di metà settembre, mi arriva una telefonata e la voce dall’altro lato parla in inglese: “Siamo appena arrivati a Matera, siamo in due e vorremmo fare un giro nei Sassi. Sei disponibile?”. Dall’accento intuisco che non sono di madrelingua inglese e mi aspetto la “solita” coppia scandinava o belga o olandese o magari est europea. Concordiamo luogo e ora dell’incontro e mi avvio da casa. In pochi minuti arrivo in Piazza Vittorio Veneto, cuore del Centro Storico, e da lontano intravedo nel punto stabilito la coppia che mi aspetta: sono giovani e…neri, nerissimi! Ricordo però l’accento di lui al telefono e qualcosa non mi torna: non possono essere americani né britannici…e allora? “Where are you from?”, è sempre la prima domanda che faccio quando mi presento agli ospiti, fatta con ancor più convinzione stavolta. La risposta è piacevolmente sorprendente: vengono dalla Nigeria! Abu e Safina sono i miei primi ospiti africani, ora il mio giro del mondo virtuale è completo: ho “attraversato” tutti e cinque i continenti.
Loro si sono appena sposati e si stanno godendo il viaggio di nozze in Europa: oggi hanno deciso di fare tappa a Matera. Mi incuriosisce la loro storia e soprattutto conoscere l’altro volto dell’Africa, quella che nonostante tutto si emancipa dalla miseria in cui l’Occidente la mantiene colpevolmente e prova a costruirsi il futuro che merita. Abu è un giovane ingegnere edile, consulente di un’impresa di costruzioni, Safina invece si è appena laureata in Medicina e ora sta per iniziare la specializzazione. Sono felici, sorridono. La loro compagnia è molto piacevole, al di là di ogni facile retorica. Mi sento imbarazzato e arricchito allo stesso tempo. Provo infatti vergogna a pensare che anch’io avevo un’immagine distorta dell’Africa, quella che i media strumentalmente ci propinano. Certo, la miseria c’è ed è devastante, il vero cancro del mondo moderno. Ma c’è anche un principio di rinascita, che forse però è meglio ignorare…Io invece ora non lo ignoro più e ne sono assolutamente contento.
Ora so che Nigeria non fa rima solo con…miseria.