Fare la guida a Matera è appassionante e gratificante. Un lavoro bello e vario, come il mondo. E infatti si ha a che fare quasi quotidianamente con gente proveniente da tutte le latitudini che esprime le esigenze più diverse. Sì, perché il turista non è un alieno ma un comune mortale: certo, ti chiede solitamente un buon ristorante per la cena o dove trovare prodotti tipici e souvenir o…un bagno per far pipì! Ma capita anche qualche volta di dover rispondere a richieste particolari: per dire, un giorno ho accompagnato in farmacia un’anziana signora milanese, colta da un’improvvisa congiuntivite, per comprare un collirio; un’altra volta un signore inglese mi ha chiesto dove trovare gadget del Matera calcio; e mi è capitato di dare indicazioni a una coppia di giovani abruzzesi per raggiungere il tribunale, dove il giorno dopo dovevano testimoniare ad un processo per truffa (“Visto che ci siamo, abbiamo approfittato per visitare la città”).

Insomma, la guida è un pò il “pronto soccorso” del turista. Succede però qualche volta di rimanere interdetti di fronte ad una richiesta davvero particolare. Era una bella giornata di fine ottobre, assolata e tiepida, perfetta per far apprezzare al meglio le bellezze di Matera alla coppia di anziani turisti canadesi che mi avevano contattato qualche settimana prima (li vedete nella foto).

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Io con la coppia italo-canadese

E infatti alla fine del giro sono entusiasti: “Davvero un’esperienza meravigliosa in un posto fantastico. Grazie mille!”. Mi salutano poi con affetto, ma prima di andar via la signora tira fuori dalla borsa un pezzo di carta e lo passa al marito. Che mi si avvicina e mi dice: “Complimenti per tutto e grazie ancora. Ma se permetti, vorremmo chiederti un ultimo favore”. Ma prego, ci mancherebbe. “Vedi, mia moglie è originaria della Lucania, i suoi nonni erano di Marsicovetere . Abbiamo fatto una ricerca su Internet e abbiamo scoperto che in paese ci sono ancora dei parenti: qui c’è scritto l’indirizzo e il numero di telefono della cugina. Domani ripartiamo e vorremmo passare a trovarli: noi non parliamo l’italiano, potresti chiamarla tu per chiedere se si ricordano di noi?”.

Rimango un attimo interdetto per la curiosa richiesta, ma poi prendo subito il cellulare e compongo il numero: “Pronto signora Rosa?” “Si, chi parla?” “Guardi sono Luigi Mazzoccoli, una guida turistica di Matera, il suo numero me l’hanno dato due signori canadesi che dicono di essere suoi lontani parenti: lei ha una cugina in Canada?”. “Siii – conferma la signora senza neanche sospettare uno stupido scherzo (beata genuinità paesana…) – il fratello di mio nonno emigrò in Canada tanti anni fa e ora lì c’è una sua nipote”. E qui accade l’irreparabile: il demone di Raffaella Carrà s’impossessa di me! “Allora signora, mi ascolti bene e si regga forte: la sua cugina canadese…è quiiiiiiiii!!!”.

Vi lascio immaginare la gioia e l’emozione che ho avvertito via telefono e quella che ho visto sui volti dei miei due ospiti. Possiamo invece immaginare insieme la piccola grande festa improvvisata che il giorno dopo avrà animato il piccolo paese ai piedi del Pollino. Magari con la banda, il sindaco con la fascia tricolore e l’immancabile pranzone a base di pasta fresca, salsiccia, caciocavallo e tanto vino.

Insomma, dal Canada a Marsicovetere passando da Matera. “Guidati” da me. Chi l’avrebbe mai detto!